|
I PAPPONI DELLA SIGNORA
|
Che qualcosa non funzionasse nel sistema
di potere del calcio italiano, chiunque seguisse le partite
con occhi liberi da tifo partigiano poteva vederlo, domenica
dopo domenica. Un centro di potere - sempre meno lecito
nei modi e nei fatti - legato a doppio filo alla federazione,
dalla quale dipendono gli arbitri, e anche alla lega dei
presidenti delle società di calcio, incapaci di prendere
una ferma decisione comune in quanto ricattati sul doppio
binario giocatori-diritti tv (chi ci ha provato, come
Sensi e Cellino, ha dovuto ben presto ricorrere a preoccuparsi
del bilancio di casa propria). Il sistema andava avanti
da alcuni decenni, ma dalla seconda metà degli anni novanta
il potere della Triade torinese è debordato in una preponderanza
a stento bilanciata dalle tv sbisciolone, e sempre di
equilibrio dualistico si tratta. Quando attorno al 2000
le compagini romane avevano aperto una parentesi nel primato
della serie A, un noto giornalista della Stampa di Torino
aveva commentato le proteste provenienti dalla Mole con
una chicca da antologia: "La Juve che si lamenta degli
arbitri? E' come se il papa si lamentasse del Giubileo!"
Si poteva immaginare, dicevamo, una sudditanza di fatto
nei confronti di valvassori e valvassini, ma dalle intercettazioni
telefoniche di Moggi, vero deus ex machina che muoveva
burattini in diversi ruoli della commedia (arbitri, giocatori,
presidenti, procuratori, giornalisti, e perfino ministri
e poliziotti), emerge
un quadro fosco caratterizzato da episodi inquietanti,
che con lo sport c' entrano come le fave col genepì. Che
fine ha fatto lo stile Juve? Ai tempi di Boniperti questo
sistema di arroganza arrembante sarebbe stato impensabile,
e comunque la posizione di privilegio smielava nella signorilità
della famiglia principe. Di episodi a favore della Vecchia
signora sono costellati i campionati italiani da almeno
30 anni, ma mai si era arrivati a una situazione di monopolio
oligarchico così marcato. Va ricordato che di designatori
arbitrali con accento piemontese ce n' erano anche prima
di Pairetto (che da arbitro dava del tu solo ai bianconeri,
ad esempio): mai sentito parlare di Sergio Gonella? Condite
il t????:?utto con il traffico di giocatori e allenatori
della Gea, il doping pressoché a senso unico, le alchimie
dei bilanci societari e le convocazioni mirate della Nazionale,
e voilà! il quadro è completo. Va fatta piazza pulita
di consorterie così deviate, come sta avvenendo per diverse
poltrone importanti, chiamando ai vertici personaggi riconoscibili
dello sport, gente capace e dalla faccia pulita. Dopo
un periodo di commissariamento Figc, Rivera presidente?
La retrocessione per la squadra bianconera pare inevitabile,
con strascichi economici e dirigenziali tutti da ricontare,
a meno che le indagini federali estive si imbrodino di
camomilla, a specchio della Cassazione come refugium peccatorum
per malandrini salvati in calcio d' angolo. E per gli
anni precedenti? Riepilogando: un paio di scudetti da
rendere al Milan, un paio rubati al Parma, almeno uno
all' Inter... Le uniche squadre mai retrocesse in serie
B resterebbero Inter, Parma e Chievo. Cerea né! |
|
|
|