Ogni anno la stessa storia. La legge Finanziaria che
regola la tassazione per l'anno successivo ha un copione
trito e ritrito, e verrà palleggiata tra le due
camere fino a Natale, rigorosamente. Decretone fiscale
collegato, maxiemendamenti, votazioni in Parlamento
che vanno a rilento, con verifiche del numero legale
ogni due per tre, unite a mezzi e mezzucci utili all'
opposizione per allungare i tempi di approvazione. Si
annunciano tagli di spesa, ricarichi per questa o quella
categoria, per poi
aggiustare
il tiro dopo le immancabili proteste delle parti colpite
da somma ingiustizia. Dietro front e il copione si ripropone
su un altro versante: tiro al bersaglio grosso, potentati
che reagiscono prontamente, e via di questo passo. Peccato
che il debito pubblico, la vera palla al piede del bilancio
pubblico, sia sempre lì, un macigno di peso di
gran lunga superiore agli altri stati europei. Rimpiangere
il colpo di mano che in una sola notte aveva racimolato
dai nostri conti correnti una cifra equipollente al
valore di questa manovra è eccessivo, però
un po' di determinazione negli obiettivi e nei mezzi
per raggiungerli è doverosa. Un esempio su tutti?
Cominciare a ritirare le truppe dall' Iraq, visto che
tanto di petrolio ce ne daranno comunque pochino...
E invece la spesa militare è prevista in ulteriore
aumento!