Pare proprio che in campagna elettorale si possa dire di tutto,
ma il Berluska stavolta ha passato il segno. Sparare su tutto
e tutti, mettere specchietti per allodole
e delegittimare avversari politici, vabbe' ci siamo abituati.
Ma dare del coglione a quanti (tanti) la pensano diversamente
è segno che è arrivato alla frutta. Ha ormai oscurato anche
i camerati della sua coalizione, popolata ormai solo da yesmen
e colonnelli di medio corso. Viene in mente un racconto di
Borges. Una zucca, accudita e coccolata, vista all'inizio
con simpatia per come stava crescendo, era pian piano diventata
enorme, sottraendo risorse a tutto quanto la circondava. Una
cosa di dimensioni sempre più spropositate. Mentre non si
riusciva a trovare un rimedio adeguato a limitarne la crescita,
ecco il popone arrivare alle dimensioni dell'intero globo,
con conseguenze funeste. Le dimensioni del disastro del governo
sono sotto gli occhi di tutti, i numeri della crisi anche.
Sorbole, con tante ville che il premier ha sparse qua e là,
perché non abitarle in una vecchiaia serena, al riparo da
casini vari e potendosi occupare di più nobili fini? L'augurio
comunque è che, messe in libreria le metafore, venga mandato
fuori... dai coglioni!